Home / Musica  / Gramophone recensisce il Beethoven di Maria Perrotta

Gramophone recensisce il Beethoven di Maria Perrotta

Conquista la critica inglese la pianista italiana Maria Perrotta: è da pochi giorni in tutte le edicole del mondo anglosassone il nuovo numero della prestigiosa rivista Gramophone, fondata a Londra nel 1923 e considerata universalmente

Parte 1.2.2Conquista la critica inglese la pianista italiana Maria Perrotta: è da pochi giorni in tutte le edicole del mondo anglosassone il nuovo numero della prestigiosa rivista Gramophone, fondata a Londra nel 1923 e considerata universalmente il più autorevole magazine di recensioni discografiche internazionale. A pag. 67 campeggia a tutta pagina una bella e articolata recensione del cd Decca di Maria Perrotta, uscito nei negozi nell’ottobre 2013, contenente le Sonate Opera 109, 110 e 111 di Beethoven, registrato dal vivo all’Università Bocconi di Milano (Decca 4810575). Il severo critico britannico Jed Distler, specialista nel repertorio pianistico, così scrive: «Per il suo debutto da solista con la Decca, la pianista italiana Maria Perrotta presenta con una certa audacia la registrazione in concerto dal vivo delle ultime tre Parte 1.2.3sonate di Beethoven. Nel movimento iniziale dell’Op. 109 ella coglie lo spirito apparentemente improvvisativo e riesce ad articolare le rapide oscillazioni dinamiche beethoveniane, tanto difficili da eseguire, mentre spinge avanti a tutto vapore il climax centrale. Il terzo movimento conosce momenti ammirevoli (la linea dolcemente fluttuante a mezza voce verso la fine della I variazione, il mormorio degli arpeggi nella IV variazione). Nell’Op. 110 la Perrotta impressiona nel delineare le trame della fuga quasi fosse un’animata conversazione che si sviluppa intensamente». Più avanti Distler sottolinea che «se nell’Op. 111 si frena sui momenti culminanti del primo movimento, ella non cessa comunque di colpire per il suo agile tocco e la sua capacità di far lievitare l’angolosa scrittura pianistica».