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Pellicce tossiche: dopo l’indagine della LAV, anche la Danimarca lancia un allarme sul rischio tossicita’ di capi in pelliccia

Scoperti dall'associazione danese "Anima", indumenti moda bimbo contaminati da cromo esavalente, formaldeide e altre sostanze tossiche e cancerogene. Lav: in Italia, dopo nostra indagine "Toxic Fur2", ancora nessuna risposta dal Ministero della Salute, per la

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LAVScoperti dall’associazione danese “Anima”, indumenti moda bimbo contaminati da cromo esavalente, formaldeide e altre sostanze tossiche e cancerogene. Lav: in Italia, dopo nostra indagine “Toxic Fur2”, ancora nessuna risposta dal Ministero della Salute, per la tutela dei consumatori

L’associazione animalista danese “Anima” ha reso nota oggi una nuova indagine shock sulla correlazione tra pellicce e rischio tossicità per la salute dei bambini, che conferma quanto denunciato solo poche settimane fa dalla LAV con i risultati della sua indagine “Toxic Fur2” che, a un anno dalla precedente investigazione, confermava i rischi a cui sono espositi i consumatori che indossano capi con inserti in pelliccia animale.

“Denuncia che, a distanza di quasi due mesi, non ha ancora avuto risposta dal Ministero della Salute – dichiara Simone Pavesi Responsabile LAV Campagna Pellicce – E’ sconcertante che il Ministero non sia è ancora intervenuto con provvedimenti a tutela del consumatore I capi testati sono di fatto ancora disponibili sul mercato e ciò costituisce un possibile rischio per la salute dei cittadini, in questo caso, dei bambini”.

I test eco-tossicologici effettuati in Danimarca dall’associazione Anima su alcuni abiti per bambini (condotti dal laboratorio tedesco Intertek) hanno rilevato la presenza di sostanze tossiche e cancerogene provenienti dalle lavorazioni cui sono sottoposte le pellicce animali.

I capi analizzati sono prodotti da marche molto diffuse in Danimarca:

  • Canada Goose, completo neve (per bambino di 18-24 mesi di età)
  • Ver de Terre, completo neve (18 mesi)
  • Sofie Schnoor, capospalla (4 anni)
  • Bahne, cappello (3 anni)
  • Bahne, giacca (per adulto)
  • Modström, giacca (adulto)

Nelle componenti in pelliccia, i test hanno rilevato, la presenza delle seguenti sostanze:

– FORMALDEIDE, che causa allergie ed è cancerogena (presente in tutti gli articoli);

– CROMO TRIVALENTE, che può causare allergie (presente in 4 articoli su 6);

– CROMO ESAVALENTE, un noto cancerogeno (presente in 2 articoli su 6);

– IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI (presente in 2 articoli su 6).

Si tratta di esiti analoghi a quelli delle due indagini “Toxic Fur”, la seconda delle quali, diffusa dalla LAV lo scorso 15 dicembre, ha rilevato la presenza di sostanze tossiche e cancerogene in capi bimbo di D&G (36 mesi, Cromo esavalente ed elevati valori di Cromo trivalente), Blumarine Baby (36 mesi, Formaldeide ed elevati valori di Cromo trivalente), Woolrich (24 mesi, Formaldeide, elevati valori di Cromo trivalente e Nonilfenolo Etossilato).

A seguito della precedente indagine condotta dalla LAV nel 2013, il Ministero della Salute intervenne bloccando temporaneamente la vendita dei capi indagati (delle marche Il Gufo, Miss Blumarine, Fix Design, Gucci, Brums) e successivamente emettendo provvedimenti di ritiro definitivo dal mercato.

Dopo l’indagine “Toxic Fur 2” (dicembre 2014) la LAV ha prontamente chiesto al Ministero della Salute di intervenire nuovamente per:

  • effettuare una valutazione della pericolosità per la salute dei consumatori (in questo caso bambini di età inferiore ai 36 mesi) in relazione all’uso dei prodotti testati;
  • predisporre un divieto temporaneo cautelativo di esposizione nella rete di vendita dei prodotti in questione e promuovere specifici accertamenti su altri eventualmente ancora in vendita, ai sensi del Codice del Consumo (Decreto Legislativo 206/2005);
  • vietare l’uso di pelliccia animale almeno nei prodotti – di abbigliamento e non – destinati ai minori, o comunque ai bambini.

“La produzione di pellicce implica spesso l’utilizzo di sostanze chimiche che sono classificate come tossiche e cancerogene. E’ inevitabile che sul prodotto finito, acquistato ed indossato, si possano trovare residui di queste sostanze in concentrazioni anche pericolose per la salute delle persone – commenta Pavesi – per questo motivo sollecitiamo il Ministero della Salute a fornire al più presto delle risposte certe per i consumatori”.

“Non acquistare e non indossare pellicce o prodotti con anche piccole componenti in pelliccia animale è l’unica soluzione per salvare se stessi, i propri figli e naturalmente i milioni di animali (oltre 80 milioni l’anno nel mondo) che sono appositamente allevati e uccisi per diventare pellicce” – conclude la LAV.