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Paolo Battaglia La Terra Borgese legge l’opera della pittrice campana Caterina Loia al Museo Civico Giandalia

Il quadro delle “Riflessioni” affascina perché proietta la postura giovane di una donna ventenne da circa cinque anni. Il seno seduce, e le bellissime gambe sono mostrate, lì, nella parte dove in quella posizione sono

Il quadro delle “Riflessioni” affascina perché proietta la postura giovane di una donna ventenne da circa cinque anni. Il seno seduce, e le bellissime gambe sono mostrate, lì, nella parte dove in quella posizione sono più provocanti, in eleganti giochi che attillano abiti svelatori di curve a mozzare il fiato, e fanno innamorare, erotizzando con un portamento attento, elegante.

L’intimità della scena è resa bene con un meraviglioso impianto di trasparenze, è caratterizzata dallo sguardo resiliente, ch’è abilmente capace di fondere tutta la figura con l’ambiente, e con un grande e vivo senso atmosferico. Loia sembra un’appassionata studiosa di prospettiva e di architettura: da queste sa cogliere la luce senza ricorrere a linee orizzontali e verticali.

Ha costruito la composizione con sapiente fusione tra figura e spazio, con l’erompere della luce nel primo piano e nello sfondo, per creare l’opera libera da ogni rigidità. La luce bianca e brillante in corrispondenza del ventre è chiamata a incantare per proporre la traccia di introduzione al dipinto.

Le pennellate sono presentate come metodo di sociabilità, tra loro e fra gli uomini, un portato d’armonia nella diversità che sottolinea la rinascita di energie spirituali. Il linguaggio è ricco di metafore, esplicandosi con scrittura vera e propria, ferma la potenza dell’arte pittorica e del continuo divenire umano nella concezione eraclitea. Il nero, quale oscura prigione alle negatività, esalta le nuances dei colori mediterranei a simboli della rigenerazione cosmica.

Articolo di : Paolo Battaglia La Terra Borgese