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LAV: Nestlè fermi i test animali per il botox, inutili e cruenti!

Inizia oggi la campagna della coalizione europea Eceae per chiedere alla multinazionale di interrompere la vendita di prodotti a base di botulino sperimentato su animali La coalizione europea Eceae – che riunisce le più importanti associazioni animaliste

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Inizia oggi la campagna della coalizione europea Eceae per chiedere alla multinazionale di interrompere la vendita
di prodotti a base di botulino sperimentato su animali

LAV dalla parte degli Animali

La coalizione europea Eceae – che riunisce le più importanti associazioni animaliste contro la sperimentazione animale e di cui la LAV è rappresentante per l’Italia – ha rivelato il coinvolgimento della multinazionale Nestlè in dolorose sperimentazioni condotte sugli animali per la commercializzazione della tossina botulinica, comunemente nota come “botox“, usata in campo cosmetico per attenuare le rughe.

Per questo oggi inizia una settimana di campagna di informazione di Eceae per chiedere, nuovamente, a Nestlè di dire basta alla produzione e commercializzazione di prodotti testati su animali. Austria, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia, e Svizzera si sono unite per protestare contro questa ennesima forma di inutile violenza che potrebbe essere, da subito, evitata. L’organizzazione svizzera, inoltre, ha iniziato una raccolta firme, cui ciascuno può aderire

“Entrando nel mercato del botox, Nestlé si è resa responsabile di crudeli ed obsoleti esperimenti sugli animali – dichiara Michela Kuan, biologa e responsabile LAV Area Ricerca senza Animali – È spaventoso e inaccettabile che centinaia di migliaia di topi siano avvelenati per il semplice profitto di una delle più grandi aziende alimentari mondiali, nonostante l’esistenza di valide alternative incruente e ignorando, inoltre, la volontà dei cittadini europei da sempre contrari alla vivisezione, soprattutto se per fini cosmetici”.

Il colosso alimentare, che ha sede anche in Svizzera, è attivamente presente nel lucrativo business del botox, e continua a vendere prodotti frutto di sperimentazioni incredibilmente dolorose, nonostante altre aziende commercializzino la stessa sostanza usando, per i test, modelli alternativi.

Il botulino, infatti, viene messo sul mercato in seguito a un test obsoleto e gravemente impreciso, noto come LD50, durante il quale i topi muoiono dopo lente agonie e spasmodiche convulsioni, conseguenza delle iniezioni di alti dosaggi del principio cosmetico, che paralizza lentamente il sistema respiratorio e porta alla morte dopo ore di progressivo soffocamento.

Lunghi anni di campagne e lo sviluppo di metodi di ricerca innovativi, etici ed affidabili, hanno permesso a grandi aziende di commercializzare il botox grazie a test in vitro basati su cellule umane già dal 2011, sostituendo gli esperimenti sugli animali.

Nestlè, invece, tramite Dysport® e Azzalure® (prodotte dalla Ipsen) continua a finanziare la sperimentazione su migliaia di animali facendo leva su un immenso e redditizio mercato. Ipsen ha recentemente dichiarato di aver sottoposto alle autorità un modello alternativo ma non è ancora noto se questo verrà approvato; nel frattempo migliaia di animali continuano a morire, tra atroci sofferenze.

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