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BARBATUQUES: dal Brasile il più spettacolare gruppo vocale al mondo

APERITIVO IN CONCERTO” 2014-2015 TEATRO MANZONI via Manzoni, 42 – Milano PRIMA E UNICA DATA ITALIANA Domenica 23 novembre ore 11.00 Dal Brasile il più spettacolare gruppo vocale al mondo BARBATUQUES   voce, body percussion: Flávia Maia Luciana Cestari Heloiza Ribeiro* Tais Baliero Marcelo

APERITIVO IN CONCERTO” 2014-2015

TEATRO MANZONI

via Manzoni, 42 – Milano

PRIMA E UNICA DATA ITALIANA

Domenica 23 novembre ore 11.00

Dal Brasile il più spettacolare gruppo vocale al mondo

BARBATUQUES

 

voce, body percussion:

Flávia Maia
Luciana Cestari
Heloiza Ribeiro*
Tais Baliero
Marcelo Pretto
André Venegas
Gilberto Alves
João Simão
Mauricio Maas
Charles Raszl

 

aperitivoinconcerto_30Domenica 23 novembre 2014, alle ore 11.00, presso il Teatro Manzoni (via Manzoni 42, Milano), “Aperitivo in Concerto” presenta per la prima volta in Italia uno fra i più affascinanti gruppi musicali oggi sulle scene internazionali, Barbatuques.

I Barbatuques –scoperti a livello internazionale da Bobby McFerrin, che li ha voluti con sé in tournée- sono una fra le realtà musicali e culturali più vive del Brasile. Nati come gruppo vocale dedito all’improvvisazione, hanno sviluppato una peculiare tecnica, ereditata dal batuque brasiliano di origine africana, che li ha portati a diventare il più significativo ensemble di body percussion in attività.
Musica come meta-scultura. Musica come universo timbrico, Musica come battito e flusso. È un mondo di combinazioni e dialoghi, ove ciascuno fa la sua parte col proprio corpo: una vera orchestra sinfonica. Questa è la via che calcano i Barbatuques, questa la ricerca che il gruppo brasiliano, che ha da poco realizzato la colonna sonora del film di animazione Rio 2Missione Amazzonia, conduce da anni, esplorando le pressoché infinite risorse sonore del corpo.
Come ben spiega Romina Ciuffa (http://www.riomabrasil.com/charles-raszl-barbatuques-body-percussion-lo-strumento-ha-unanima/), il fascino della tecnica dei Barbatuques (creati dal musicista brasiliano Fernando Barba nel 1996) risiede nella loro continua ricerca e sperimentazione che, senza il bisogno di porre limite alcuno, attraversa i confini del potenziale umano ove ciascuno trova la via per esprimersi. La chiave vincente del loro non-metodo è proprio la mancanza di una formalizzazione, la forza di comunicare attraverso un linguaggio del tutto personale ed estemporaneo, senza codici stereotipati. In totale controtendenza rispetto alla concezione del fare musica degli ultimi tre secoli, fortemente individualizzata, con i Barbatuques si ritorna ad una dimensione ove l’estro dell’individuo si erge e si manifesta, appagato, nel collettivo. Non solo: se l’espressione del talento avviene solo col corpo ed è racchiusa in un battito di mani e piedi o in uno schiocco di lingua, allora, forse, l’emozione sta anche nel riconoscere il proprio potenziale. Siamo tutti strumenti musicali, e diversi. La vera emozione, infatti, arriva solo attraverso l’insieme: in un attimo, lo stesso in cui si sente ciò che si è nell’espressione del corpo in risonanza, si diventa un tutt’uno col resto del gruppo echeggiante nel flusso in crescendo. Qui si realizza la completezza. Chi lo vive, ubriacato dall’esperienza di un richiamo primitivo e naturale, lo fissa nella memoria.
Come spiega Charles Raszl, fra i membri fondatori del gruppo, La ricerca di Fernando Barba è partita dalle possibilità derivanti dalle altezze dei suoni corporali: eseguire una melodia senza cantarla con la voce o suonarla con uno strumento, semplicemente giocando coi timbri. Per questo la particolarità dei Barbatuques è quella di giocare con l’imitazione degli strumenti senza usare l’espediente del canto, il più utilizzato per eseguire le melodie. L’obiettivo è quello di trasferire ciò che si fa col corpo su qualunque strumento, e viceversa. Le combinazioni di suoni gravi e acuti, inoltre, danno la possibilità di eseguire col corpo la varietà e la molteplicità delle cellule ritmiche che, nel caso del Brasile, a causa della forte matrice africana, sono molto sviluppate.
Barbatuques1 23novIn diciotto anni di attività, i Barbatuques hanno pubblicato tre cd: “Corpo do Som” (2002), “O seguinte é esse (2005) e l’ultimo lavoro Tum Pá (2012), pensato e rivolto al pubblico infantile, oltre al DVD Corpo do Som ao Vivo (2007). Il gruppo, un vero e proprio collettivo, non ha mai perso la sua anima originaria, quella che li spinge a ricercare e sperimentare divulgando attraverso l’interazione viva e la rappresentazione estemporanea, più che per mezzo di un prodotto chiuso. Con un’attenzione speciale al mondo dell’infanzia e ad una pedagogia musicale ricca che, più di ogni altra, sembra essere vincente, l’essenza della loro arte è tutta nel gioco e nel divertimento: Ti diverti con te stesso prendendo contatto con la tua propria cultura: sei libero e non hai filtri.
Gli incontri con i Barbatuques riportano ad un contatto profondo di carattere ancestrale. Non forniscono tecniche ma stimoli per svilupparle, non impongono metodi ma procedimenti che fungono solo da stimolo per la ricerca individuale.
Ciascuno concretizza l’esperienza in modo personale: ogni persona può essere chitarra, pianoforte, un tamburo o un tamborim, può essere qualunque cosa. Ciascuno emette suoni assolutamente originali, incomparabili, tanto per le differenze costituzionali e naturali del corpo, quanto per la propria capacità di produrre suoni. I Barbatuques ci riportano ad una dimensione perduta, in cui ogni gesto, ogni suono ha un significato, una radice profonda che attiene alla nostra cultura e al nostro inconscio: questo viaggio nel tempo e dentro di noi stessi avviene con meravigliosa, esaltante naturalezza e con una trascinante teatralità in cui il divertimento e la partecipazione collettiva sono elementi imprescindibili. Fra gestualità, mimica, coralità, danza, canto, rumoristica, percussione collettiva, ritmi sfrenati l’arte dei Barbatuques crea un ritratto fedele del Brasile, della sua forza espressiva, del suo rapporto con la natura, della sua capacità di fondere in un unico stampo una molteplicità di etnie, lingue, culture e tradizioni diverse, dando vita ad un mondo il cui numero di colori pare infinito.