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Italiano Medio – il film di Maccio Capatonda

Negli ultimi tempi sono tanti gli epigoni del grande Fantozzi che ci fanno capire come son fatti gli italiani e quali sono le loro abitudini, vizi e difetti, ricordiamo Cetto La Qualunque personaggio ideato da

Negli ultimi tempi sono tanti gli epigoni del grande Fantozzi che ci fanno capire come son fatti gli italiani e quali sono le loro abitudini, vizi e difetti, ricordiamo Cetto La Qualunque personaggio ideato da Antonio Albanese e i film di Checco Zalone, anche La Grande Bellezza che ha vinto l’oscar per il miglior film straniero ci descrive come è fatta l’Italia di oggi.

Italiano-Medio-Poster

Italiano Medio, titolo semplice e incisivo, è la prima opera cinematografica del trentenne abruzzese Marcello Macchia in arte Maccio Capatonda, molto conosciuto dai giovani per le sue web series e Mario in onda su MTV, stessa formula anche per I Soliti Idioti che dal Web sono sbarcati al cinema.

Maccio Capatonda, interpreta Giulio Verme laureato in scienze ambientali col massimo dei voti, trova lavoro nella differenziata, accanito ambientalista contro il nucleare, attentissimo agli sprechi e vegano, odia la tv perché è convinto che arrugginisce le attività celebrali, ha in casa una libreria fatta con le gabbiette di legno della frutta e un tavolo da pranzo ricavato da una vecchia porta di legno.
Un giorno con l’utilizzo di una pillola cambia completamente aspetto, look e carattere diventando un “troppo spacchioso”, pieno di vizi, assiduo frequentatore di discoteche, approcciandosi more ferarum con due o piu’ donne, parlando in modo sboccato solo di sesso e soldi dove partecipa ad un talent show per l’assidua voglia di apparire in Tv.

Disturbi bipolari che in modo manicheo disegnano due figure diverse dell’italiano medio.
Capatonda, punta il dito sui tanti difetti degli italiani, difetti edulcorati e caricaturizzati con tanta comicità.

In un pubblico meno attento la caricatura può fuorviare l’aspetto sociologico del film. Una parodia che ricorda il film Idiocracy di Mike Judge dove gli uomini utilizzavano soltanto una piccola percentuale del loro cervello e gli intellettuali si erano estinti.

E’ un film neorealista che se sarà visto tra qualche decennio farà capire il nichilismo e l’inabissamento di questi tempi.
Consiglio di vederlo assolutamente anche se non è stato apprezzato da una parte del pubblico che dai critici piu’ canuti, forse non tanto per non aver capito il film ma in quanto molti si sono identificati nelle facce e nei difetti dell’italiano medio, ciò ha disturbato puristi radical chic.

il Cast
Luigi Luciano, Enrico Venti, Lavinia Longhi e l’augustana Barbara Tabita
Produttori Enrico Venti e Marco Belardi.

Recensione di: Davide C.M.Ortisi